Correzione e integrazione del contratto
opera diretta da Fabrizio Volpe
Zanichelli Editore
€ 58.00
Il volume si propone di indagare in maniera organica il tema della correzione e integrazione del contratto originariamente mortificato in asfittici limiti normativi e da fin troppo prudente atteggiamento giurisprudenziale, destinato ora ad acquistare ampiezza teorica e dogmatica, oltre che una dimensione di viva attualità. Ripercorsi gli orientamenti giurisprudenziali in tema di integrazione in chiave correttiva, abbandonata la vecchia concezione codicistica della integrazione del contratto solo per via legislativa, l’attenzione viene portata in particolare sull’intervento giudiziale del contratto, che apre il varco alla applicazione diretta dei principi costituzionali e comunitari da parte dei giudici chiamati a sindacare il contenuto contrattuale, anche economico, rispetto ad una prassi sempre più stimolante, ma al contempo portatrice di interessi complessi ed iniqui. Ne esce una lettura meditata sul contratto e le sue fonti, primarie e secondarie, in un quadro di complessità dove viene riletto il rapporto tra norme e principi, norme imperative e norme dispositive, obblighi primari e obblighi integrativi, vecchio e nuovo modo di concepire le clausole generali, in una prospettiva di analisi del nuovo diritto dei contratti sotto la lente di ingrandimento dell’integrazione. Superato il sovraccarico assiologico del principio della superiorità della legge in chiave integrativa l’eteronomia realizza spazi poco indagati, mettendo progressivamente in luce la crescente problematizzazione del tema della integrazione nello scambio contrattuale negli ordinamenti contemporanei. Attraverso vari itinerari, pertanto, con la consapevolezza di una generalizzazione del potere correttivo del giudice nella pluralità delle fonti, si analizza la crescente attenzione degli interpreti per l’intervento del giudice in funzione di garanzia dell’autonomia contrattuale: ne sono esempi paradigmatici il connubio tra funzione integrativa e buona fede o l’uso dei principi generali nella dinamica contrattuale, saggiandosi la prospettiva sotto il profilo della revisione del contratto e del controllo della giustizia nel quadro delle categorie fondanti della proporzionalità e della ragionevolezza.