Processo tributario

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Inserito il 16/gennaio/2018 da nella sezione Fiscale - Novità

Processo tributario. Commento al D.Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546

a cura di Bruno Cucchi, Giovanna Puoti, Federica Simonelli

Pacini Giuridica

672 pagine

65€

Il D.lgs 546/92 (Norme sul processo tributario) oggetto del presente lavoro, si presenta in edizione aggiornata a tutti i più recenti provvedimenti normativi, giurisprudenziali e dottrinali più significativi, in modo da permettere, una immediata e costante interpretazione ed applicazione delle norme processuali attualmente vigenti con l’ausilio degli apparati di commento.

L’ordinamento positivo ha modellato il giudizio tributario sullo schema tipico del giudizio d’impugnazione la cui natura si riflette immediatamente sulla condotta che deve essere tenuta dal contribuente, il quale, a fronte di una pretesa avanzata da un ente impositore, ritenuta ingiusta, non potrà mai agire in via «preventiva», ma dovrà attendere la notificazione di un atto impositivo di cui deve espressamente denunziare i vizi (di natura formale o sostanziale), impugnandolo.

Il primo degli elementi che caratterizzano invariabilmente il processo tributario, risiede nella scelta normativa coerente con la necessità dell’amministrazione finanziaria di rendere incisivo l’esercizio dei poteri d’imposizione e, nel contempo, di salvaguardare la continuità dei flussi finanziari. Ciò si ottiene più agevolmente limitando la cognizione al singolo atto contestato ed impedendo, al contrario, al contribuente, di proporre azioni giudiziarie tese all’accertamento preliminare della fattispecie impositiva. In altre parole, il contribuente dovrà attendere l’iniziativa dell’amministrazione per potersi difendere. Il secondo degli elementi che caratterizzano invariabilmente il processo tributario appare senz’altro la costituzione di speciali Collegi giudicanti, cui è stata riconosciuta natura giurisdizionale, ed ai quali sono deferite le questioni fiscali, che spesso presentano particolari elementi di tecnicismo.

I recenti interventi di riordino hanno comportato certamente la modernizzazione del processo tributario, con l’efficientamento della ottemperanza e della esecutività delle sentenze, con l’estensione della sospensione cautelare, e connotando il contenzioso attraverso il potenziamento degli istituti deflattivi (conciliazione in secondo grado), oltre che di quello della soccombenza processuale. In un quadro quale quello tratteggiato è chiaro che una valorizzazione dell’istituto della mediazione, più che una opzione, appare una vera e propria necessità, soprattutto nel momento in cui il legislatore ha ritenuto di estenderne l’ambito applicativo alle cause di valore inferiore a 50mila euro. Altrettanto importante, sempre con riferimento al grado d’appello, è la possibilità di addivenire ad una conciliazione anche innanzi alla Commissione Tributaria Regionale. Tale intervento normativo si inserisce, in un trend secondo cui l’ordinamento incentiva e valorizza gli istituti deflattivi del contenzioso, sia nella fase procedimentale, sia processuale. Una ulteriore modifica degna di nota riguarda l’esecuzione delle sentenze, in quanto è stato introdotto l’art. 67-bis che, come indicato nella relazione illustrativa al Decreto di riforma, risponde alla «necessità di introdurre un principio generale che riconosca l’esecutività immediata delle sentenze tributarie emesse dalle Commissioni tributarie provinciali e regionali, equiparandole a quelle adottate nel giudizio civile e amministrativo».

Al fine di dare un contributo alla corretta applicazione delle norme processuali, con l’ausilio della più recente giurisprudenza e della dottrina più significativa, si è realizzato il presente lavoro, con la speranza che sia strumento di apprezzata utilità per coloro che, quotidianamente, si trovano ad affrontare le problematiche del processo tributario.

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