Reverse charge e split payment nel sistema iva
di S.Cerato
Euroconference Editoria
Pagine 244
35,00 €
Negli ultimi anni il legislatore ha ampliato notevolmente le fattispecie in cui l’Iva viene assolta non dal soggetto passivo (ossia colui che pone in essere l’operazione) bensì dall’acquirente o committente. Tale modalità di applicazione dell’imposta, nota come inversione contabile o “reverse charge”, era già presente da diversi anni nelle operazioni effettuate con controparti non residenti, mentre nelle operazioni nazionali il legislatore è intervenuto ripetutamente in questi anni per inserire sempre più fattispecie nell’ambito di tale regime (subappalti nel settore edile, cessioni di immobili, e da ultimo le prestazioni di servizi rese nel settore edile). Le motivazioni sottostanti all’ampliamento del reverse charge nelle operazioni interne deve ravvisarsi nella volontà di evitare evasioni d’imposta scaturenti dall’incasso dell’imposta (a seguito della rivalsa) e dal successivo mancato versamento all’Erario, fermo restando il diritto alla detrazione in capo alla controparte. Tuttavia, a fronte dell’ampliamento delle operazioni per le quali si applica l’invesrione contabile, numerosi sono i dubbi operativi che devono affrontare i soggetti interessati, tenendo conto che l’eventuale errata applicazione della modalità impositiva porta con sé anche delle sanzioni. In ultimo, a seguito della legge di stabilità del 2015, nel nostro ordinamento Iva è stata inserita anche una nuova modalità di applicazione dell’imposta, nota come “split payment” di cui all’art. 17-ter del DPR 633/72, che prevede l’addebito dell’imposta da parte del cedente o prestatore, ma il versamento della stessa deve avvenire da parte dell’acquirente o committente. Tale modalità è stata per ora prevista solo nelle operazioni effettuate con la Pubblica Amministrazione. Nel presente volume si intende analizzare compiutamente il regime del reverse charge e dello split payment, evidenziando soprattutto gli aspetti critici e gli adempimenti richiesti.