Considerazioni sul processo “criminale” italiano
di Giorgio Spangher
G.Giappichelli Editore
€ 18.00
Il titolo del presente lavoro richiede, forse, impone qualche precisazione. In primo luogo, riecheggiando il titolo del libro di Francesco Mario Pagano “Considerazioni sul processo criminale”, si intende rendere un – sentito omaggio a questo pensatore e giurista che, in un contesto difficile e con sacrificio personale, fece del garantismo processuale il suo credo. In secondo luogo, il riferimento alla natura “criminale” del processo penale italiano sottende l’idea che il nostro sistema processuale conserva – al di là delle affermazioni di facciata e pur con il dovuto riconoscimento di tutti i progressi intervenuti – il marchio genetico dell’ inquisitorietà (una impronta culturalmente inquisitoria). Ogni Stato, Paese, Comunità si dota di un processo penale per sanzionare i comportamenti ritenuti illeciti / contrari alla legge. Tuttavia, non esiste “un processo penale”; esiste una pluralità di procedimenti penali che appartengono alla storia di ogni singolo Paese. In questo quadro è noto che si confrontano – con molte mediazioni e varietà di composizione dei diversi elementi – i tradizionali modelli inquisitori ed accusatori, che, tuttavia, pur nella varietà delle soluzioni, conservano alcuni fondamentali tratti genetici. Sotto questo profilo, il processo penale inevitabilmente s’inserisce nella storia di un Paese e nelle sue tradizioni ordinamentali e culturali. Da questa prospettiva, restano significative le differenti origini dei modelli anglosassoni e di quelli continentali.
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