Alberto M. Tedoldi
Pacini Giuridica
Euro 45
Le idi di luglio dell’a.D. MMXXII segnano non soltanto l’abrogazione della legge fallimentare dopo più di ottant’anni di onorato servizio, ma il de profundis del fallimento in Italia, parola che, con il suo marchio d’infamia, ha attraversato i secoli, per lasciar posto alla liquidazione giudiziale, che rimuove ogni stigma e rivela la mutata visione del mondo, suggellata dal codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, approvato con d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14 ed entrato in vigore, nella sua interezza e dopo non brevi rinvii e ampie modifiche, il 15 luglio 2022. Scopo precipuo non è più quello di sanzionare severamente il fallito, bensì di favorire la conservazione del valore dell’impresa e di dare a tutti i debitori, anche non imprenditori e consumatori, una nuova opportunità, una seconda chance con l’esdebitazione, riacquisendo “merito creditizio”. Il volume, dopo un primo capitolo introduttivo che ricostruisce sistematicamente i principali istituti giuridici dell’insolvenza e della crisi nella loro evoluzione storica, affronta ed esamina l’imponente codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, invertendone però l’ordine espositivo, nella convinzione che non sia dato comprendere gli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza, intesi a evitare l’extrema ratio della liquidazione giudiziale, se non dopo aver studiato la funzione, la struttura e gli effetti di questa. Il diritto della crisi e dell’insolvenza è in continua e incessante evoluzione, come lo è il mondo globalizzato nelle crisi perpetue ed endemiche del secolo ventesimo primo. È il diritto del presente e del futuro, una sorta di post-diritto al servizio dell’economia, precipuamente digitale e finanziaria, che si aggiunge alla post-verità, alla post-democrazia: in una parola, è il diritto della postmodernità liquida.