Le frontiere digitali del diritto
a cura di Virgilio D’Antonio e Antonio Musio
Pacini Giuridica
Euro 44
La “tokenizzazione” pone interrogativi dalla non semplice risoluzione, resi più complessi dalla sostanziale inadeguatezza del tradizionale strumentario in dotazione dell’interprete a rispondere alle dinamiche di un mercato sempre meno legato alle logiche dominicali che avevano ispirato la (ri)codificazione del ’42 e sempre più improntato al modello dell’accesso. Le difficoltà si avvertono sin dalla definizione di token, non venendo in aiuto le categorie usuali alle quali istintivamente il giurista si riferirebbe per spiegarne natura e contenuti; non senza una certa approssimazione, invece, si è costretti a coniugare il linguaggio giuridico con il gergo della modernità e a ricostruirla in termini di sequenza di informazioni digitali registrate in una blockchain e rappresentative di una qualche forma di valore o di diritto, la cui natura e disciplina variano a seconda del carattere fungibile o infungibile del bene raffigurato. L’intento del lavoro è, quindi, quello di coniugare al meglio diritto e tecnica, tradizione e innovazione, nella ricerca di soluzioni ai problemi che una modernità, restìa ad essere sussunta entro regole e principi noti, incessantemente pone.