La nuova espropriazione forzata 2017 – Dopo la l. 30 giugno 2016, n. 119
diretto da Clarice Delle Donne
Zanichelli Editore
400 pagine
160 €
Il volume illustra l’espropriazione forzata alla luce delle modifiche normative e degli orientamenti di legittimità che, nell’ultimo decennio, ne hanno mutato il volto sotto il costante imperativo della semplificazione e accelerazione, al servizio della «competitività » del sistema giustizia italiano. L’opera è aggiornata, da ultimo, al d.l. 3 maggio 2016, n. 59 (conv. dalla l. 30 giugno 2016, n. 119) che – oltre ad aver previsto l’assegnazione a favore di terzi e, all’art. 596, 3° co., c.p.c., la distribuzione «anticipata» e «precaria» del ricavato in caso sia di creditori sine titulo disconosciuti sia di creditori contestati ex art. 512 c.p.c. – ha altresì introdotto la inammissibilità dell’opposizione ex art. 615, 2° co., dopo che sia stata disposta la vendita e l’assegnazione (salve alcune eccezioni). Il volume presenta una trattazione rigorosa di titolo esecutivo e precetto, pignoramento, nuova azione ex art. 2929 bis c.c., intervento dei creditori, controversie distributive, espropriazione mobiliare presso il debitore e presso terzi, espropriazione immobiliare, di beni indivisi e contro il terzo proprietario, opposizione all’esecuzione, agli atti esecutivi e di terzo. L’opera tiene anche conto dei nova che, dal d.l. 179/2012 al d.l. 59/2016, passando per il d.l. 90/2014 e il d.m. 32/2015, hanno trasformato il procedimento esecutivo in uno dei principali banchi di prova dell’ambizioso progetto della digitalizzazione processuale. Lo sguardo si allarga altresì all’espropriazione forzata nei confronti dei condomini, affrontando il coacervo di problemi che la prassi ogni giorno riversa sull’operatore e confrontandosi con le possibili soluzioni, ed alle specificità dell’espropriazione nei confronti del complesso mondo racchiuso nella locuzione «pubblica amministrazione».
Infine, una distesa riflessione è dedicata ai rapporti tra espropriazione e misure coercitive evidenziando, anche in chiave di comparazione con il processo amministrativo, le (sempre più) fragili basi della reciproca esclusione, oggi imposta dall’art. 614 bis c.p.c.