-
Inquadramento generale della disciplina
- Trasformazione omogenea progressiva, regressiva e atipica
- Regolarizzazione aziendali (comunioni ereditarie, società di fatto, società occulte e apparenti)
- Trasformazione eterogenea e relative fattispecie – casistica
- Aspetti fiscali delle trasformazioni omogenee ed eterogenee
- Fac-simile atti di trasformazione
Cacciapaglia, De Gaetano, Annicchiarico, Mercurio
Seac
Euro 38
Con la riforma del diritto societario del 2003 la trasformazione aziendale ha subito un’escalation: l’introduzione della trasformazione eterogenea da soggetto commerciale a ente non commerciale, e viceversa, ha aperto a scenari precedentemente non ipotizzabili. Come un fiume in piena che man mano che scende a valle fuoriesce dagli argini, si sono moltiplicate le ipotesi di trasformazione (da studio professionale in STP, da consorzio in cooperativa, da ASD a SSD, da Srl in ditta individuale, solo per citarne alcuni). State pur certi che oggi ci sarà sempre un notaio disponibile, se glielo chiedete, a trasformarvi anche i pani in pesci. Il problema è saperlo fare! È quindi fondamentale essere consapevoli delle conseguenze, sia civilistiche in termini di regole di funzionamento del soggetto trasformato e di responsabilità dei soci, sia fiscali (in un contesto oggi più che mai fluido e incerto posto che in mancanza di specifiche norme si procede per interpretazioni), nonché degli impatti contabili e non da ultimo, dei necessari procedimenti autorizzatori. Trasformare è bello, trasformare si può, ma usciti dallo studio del notaio bisogna avere le idee chiare su chi si era e soprattutto chi si è diventati, onde evitare di entrare in crisi d’identità civilistica, fiscale o contabile. Quindi, occorre coincidenza tra l’obiettivo e il risultato finale; diversamente si rischia di aver modificato il tipo di società senza averne beneficio.